Dopo aver visto la normativa fiscale della cedolare secca, oggi analizzeremo quando è conveniente optare per tale regime e quanto potrebbe ammontare il risparmio fiscale.
TASSAZIONI
A CONFRONTO
A
seconda della tipologia contrattuale, abbiamo differenti tassazioni
ai fini Irpef:
- per
i contratti a canone libero: deduzione del 5% (quindi incide sul 95%
del canone);
- per
i contratti a canone concordato: ulteriore deduzione del 30% (quindi
incide sul 66,5% del canone);
- per
i contratti sugli immobili vincolati dalle Belle Arti: deduzione del
35% (quindi incide sul 65% del canone).
La
cedolare invece si calcola sul 100% dell'affitto.
Ricorda:
la cedolare sostituisce Irpef, addizionali, imposta di registro
(compresa quella su risoluzione e proroga) e imposta di bollo
(compresa quella su risoluzione e proroga).
QUANDO
CONVIENE
Considerando
soltanto l'Irpef, abbiamo la seguente tassazione:
CONTRATTI CANONE LIBERO | ||
Reddito complessivo | Aliquota sul canone | Cedolare |
Fino 15.000 euro | 21,85% (= 23%*95%) |
21%
|
15-28.000 euro | 25,65% | |
28-55.000 euro | 36,10% | |
55-75.000 euro | 38,95% | |
Oltre 75.000 euro | 40,85% |
CONTRATTI CANONE CONCORDATO | ||
Reddito complessivo | Aliquota sul canone | Cedolare |
Fino 15.000 euro | 15,07% (= 23%*66,5%) |
10%
|
15-28.000 euro | 17,96% | |
28-55.000 euro | 25,27% | |
55-75.000 euro | 27,27% | |
Oltre 75.000 euro | 28,60% |
Come
si vede, conviene sempre optare per la cedolare secca, considerando
anche che oltre all'irpef ci sono le addizionali (solitamente intorno
al 2%) e l'imposta di registro (1% in caso di canone libero, 0,70% in
caso di canone concordato).
Solita
cosa per gli immobili vincolati dalle Belle Arti, dove
- per
i contratti a canone libero conviene dal 3° scaglione in poi
- per
i contratti a canone concordato la convenienza si ha già dal primo
scaglione.
QUANDO
NON CONVIENE
Ci
sono solo due casi:
- situazioni
di incapienza e spese significative per le quali si ha diritto a
detrazioni;
- presenza
di soli redditi di lavoro dipendente per i quali la detrazione non è
rapportata al periodo di lavoro e c'è ancora margine per le
detrazioni.
Nel
primo caso se si optasse per la cedolare dovrei pagare l'imposta
senza poter usufruire delle detrazioni per spese come le
ristrutturazioni e gli interessi su mutui.
Nel
secondo caso la convenienza di dichiarare il canone ai fini Irpef si
può avere su redditi bassi.
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