venerdì 13 gennaio 2017

Cedolare secca: quando conviene?

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Dopo aver visto la normativa fiscale della cedolare secca, oggi analizzeremo quando è conveniente optare per tale regime e quanto potrebbe ammontare il risparmio fiscale.

TASSAZIONI A CONFRONTO
A seconda della tipologia contrattuale, abbiamo differenti tassazioni ai fini Irpef:
- per i contratti a canone libero: deduzione del 5% (quindi incide sul 95% del canone);
- per i contratti a canone concordato: ulteriore deduzione del 30% (quindi incide sul 66,5% del canone);
- per i contratti sugli immobili vincolati dalle Belle Arti: deduzione del 35% (quindi incide sul 65% del canone).
La cedolare invece si calcola sul 100% dell'affitto.
Ricorda: la cedolare sostituisce Irpef, addizionali, imposta di registro (compresa quella su risoluzione e proroga) e imposta di bollo (compresa quella su risoluzione e proroga).

QUANDO CONVIENE
Considerando soltanto l'Irpef, abbiamo la seguente tassazione:

CONTRATTI CANONE LIBERO
Reddito complessivo Aliquota sul canone Cedolare
Fino 15.000 euro 21,85% (= 23%*95%)



21%
15-28.000 euro 25,65%
28-55.000 euro 36,10%
55-75.000 euro 38,95%
Oltre 75.000 euro 40,85%

CONTRATTI CANONE CONCORDATO
Reddito complessivo Aliquota sul canone Cedolare
Fino 15.000 euro 15,07% (= 23%*66,5%)



10%
15-28.000 euro 17,96%
28-55.000 euro 25,27%
55-75.000 euro 27,27%
Oltre 75.000 euro 28,60%

Come si vede, conviene sempre optare per la cedolare secca, considerando anche che oltre all'irpef ci sono le addizionali (solitamente intorno al 2%) e l'imposta di registro (1% in caso di canone libero, 0,70% in caso di canone concordato).
Solita cosa per gli immobili vincolati dalle Belle Arti, dove
- per i contratti a canone libero conviene dal 3° scaglione in poi
- per i contratti a canone concordato la convenienza si ha già dal primo scaglione.

QUANDO NON CONVIENE
Ci sono solo due casi:
- situazioni di incapienza e spese significative per le quali si ha diritto a detrazioni;
- presenza di soli redditi di lavoro dipendente per i quali la detrazione non è rapportata al periodo di lavoro e c'è ancora margine per le detrazioni.
Nel primo caso se si optasse per la cedolare dovrei pagare l'imposta senza poter usufruire delle detrazioni per spese come le ristrutturazioni e gli interessi su mutui.
Nel secondo caso la convenienza di dichiarare il canone ai fini Irpef si può avere su redditi bassi.

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